Cadere si cade. L’importante è ripartire più forte

Vallelunga. La mia prima vittoria in moto3 l’anno scorso in gara 1, una brutta caduta in gara 2 con gara sospesa dalla bandiera rossa. Quella bandiera che aveva segnato le prime due vittorie quest’anno a Misano. Con il braccio che mi faceva male, negli ultimi giri avrei fatto davvero fatica a tener la testa e quindi era andata bene. Ma nelle moto sai che qualche volta devi pagar dazio. Cadute, problemi tecnici prima o poi capitano. E puntuali ci siamo presentati con il primo intoppo stagionale nelle prove libere del venerdi. Motore rotto al secondo giro. Di sicuro poteva andare peggio, ma sapere di correre con un motore di scorta non ti aiuta. Nessun problema, ci presentiamo in Q1 molto carichi e comunque la moto gira molto bene. Tengo un buon ritmo, alla fine giro sotto 1:45 e ottengo la pole provvisoria.

Sabato mattina scendiamo di nuovo in pista per la Q2, ma in pochi riescono a migliorare e confermo la pole del venerdi’.

Mi presento in griglia. Sono carico, so che devo partire forte e cercare subito di tenere un buon passo. Vallelunga è una pista molto fisica, ci sono curve lente in cui si arriva tutti insieme e devo cercare di sfruttare il mio passo per fare selezione. Si parte. Alla terza curva sono in testa, allungo, sono al massimo.

Inizio ad avere subito un buon distacco, ma non mi basta voglio allungare e guidare al limite come al mondiale. Arrivo alla S prima della curva Roma, cambio rapido di direzione, apro subito il gas. Troppo presto, non controllo la moto, in un secondo mi trovo a terra. E questa volta la gara è finita. A botta calda son confuso, vedo gli altri che passano e so che non li potrò più riprendere.

Torno a box a testa bassa. Guardo la gara, l’unica cosa che posso fare è tifare per Spiranelli in bagarre con Di Giannantonio. Peccato non sia riuscito a spuntarla alla fine, lo aspetto all’arrivo e lo vado a salutare e a fargli i complimenti per la bella gara. Ancora una volta il team è sul podio, ma domani voglio esserci anche io.

Anche perchè a vedermi è venuta anche mia sorella Silvia. E’ stata tanto lontana da casa negli ultimi due anni e averla vicino in griglia mi faceva davvero piacere. Voglio un podio da festeggiare con lei, con la mia famiglia, il team e i miei amici.

Domenica mattina mi sveglio carico. Non penso alla classifica, non penso all’errore di ieri. Nel warm up vado forte, le sensazioni son buone.

Si riparte. Gara2. Parto abbastanza bene ma devo comunque sorpassare un paio di piloti per riprendere la testa. Penso solo ad andare via, ad andare forte, a staccare al limite. Dietro se le stanno dando di santa ragione, ne approfitto per allungare. Ho un bel passo, prendo quasi mezzo secondo a giro ma non mi accontento, devo continuare a guidare forte. Per conservare il vantaggio ci sara’ tempo.

Mi sembra di volare, guido bene, sto bene e soprattutto mi diverto.

I giri passano, continuo a spingere. Solo alla fine controllo un pò. Taglio il traguardo, questa volta i giri sono finiti, posso iniziare a festeggiare. Nel giro d’onore mi fermo a salutare i marshall che l’anno scorso mi avevano soccorso in gara 2. Poi gli altri piloti. Ai box mi aspettano i ragazzi del team e non vedo l’ora di far festa con loro e con la mia famiglia. La delusione di ieri è solo un ricordo e forse da quella caduta mi son rialzato più forte.

Torno sul podio, son davvero contento nel vedere la mia squadra ripagata dell’impegno che ci ha messo per farmi correre al meglio. Ho ripreso anche la prima posizione in campionato ma adesso la testa e’ gia’ al Mugello. Seconda wild card mondiale, su una pista che conosco bene e dove mi trovero’ di nuovo a vivere un sogno.

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